Il suo spirito dimora ormai in cielo, ma i piedi poggiano sulla terra più che mai per effetto di quella armonia che si produce, quando l'invasione di Dio è completa. Appare dotata del dono del consiglio e di un senso della realtà che nessuno le avrebbe attribuito.
Le suore della comunità la vogliono come badessa, e ottengono ciò dal Sant'Ufficio, dopo un'ultima e veramente inumana prova e umiliazioni impostele dal padre Crivelli, con l'autorità del vescovo nell'anno 1714. Il Sant'Ufficio manterrà però la proibizione di uscire alla grata, se non per esaminare la vocazione delle candidate. Una misura che le piace, giacché da tempo aveva desiderato l'incomunicabilità con l'esterno.
Fu eletta il 5 aprile 1717. Non si pentirono le suore del voto dato; anzi la rieleggeranno ripetutamente fino alla sua morte. Cominciarono subito ad affluire le vocazioni in tal numero che fu necessario alzare il numero fissato dal breve di fondazione; e aumentavano pure le elemosine, tanto che prima di finire l'anno, iniziarono i lavori di costruzione di una nuova ala del monastero. Tutto fu pagato dalla sola Provvidenza.
Il suo grande amore per la povertà, che le costò, all'inizio, di essere perseguitata come «riformatrice», non le vietò di discernere l'importanza di realizzare un'istallazione di distribuzione di acqua, malgrado l'opposizione delle suore anziane. Così mise fine a quell'incessante portare secchi d'acqua... e fino a oggi, possiamo leggere nella Cappella di San Franceso l'iscrizione latina che fece, invitando le suore a «versare le loro preghiere per i benefattori con la stessa continuità con la quale scorre l'acqua della fontana».
Comunque i maggiori successi li ebbe nel regime interno della Comunità. Un gruppo di suore, piccolo all'inizio, poi maggioritario, ricevette l'influsso del suo magistero spirituale. Ne citiamo qualcuna: Suor Clara Felice, sua compagna nel mettere il cordone, e che la vide una volta, nel noviziato, in estasi; suor Marianna, che amava pregare con lei per la conversione dei peccatori; suor Anna Mazzocchi, una delle fondatrici, che era la sua solita compagna nelle processioni notturne; suor Maddalena Boscarini, che le era compagna nel flagellarsi nella Cappella di San Francesco; suor Giacinta, che la legava di notte sulla croce; e specialmente la oggi beata Florida Cevoli, sua vicaria e imitatrice delle sue virtù.
Tutte le novizie, che stettero sotto il suo governo, le conservarono una confidenza filiale e camminarono eroicamente nella via che Veronica aveva loro insegnato.
Veronica tutto attribuisce alla guida immediata della Madonna, che le ha promesso di essere la superiora; la Santa, infatti, subito dopo l'elezione, aveva messo davanti alla sua immagine le chiavi del monastero, la regola, e il sigillo dell'Ordine dicendo alle suore: «Eccola, eccola la nostra abbadessa».
«Figlia sta posata: Sono io la superiora, non ti mancherà niente. Poni tutte le tue speranze in me, abbi fede, non pensare a niente, sta ferma nella divina volontà, vivi quieta... Me ne incharico io, secondo i tuoi desideri; tutto procederà per il meglio».
È persuasa che è Maria SS.ma a portare le candidate, a muovere la volontà dei benefattori, a dare docilità alle suore, e soprattutto a ispirarla come deve comportarsi in ogni cosa. La sente presente in modo particolare quando presiede il capitolo detto "delle colpe", che è di notevole efficacia proprio perché Maria Santissima le và suggerendo quanto deve dire ad ognuna e le esortazioni ardenti che dirige a tutte. Le suore se ne accorgeranno spesso dopo, come risulta in questo passo: «... Ivi, a' piedi di Maria SS.ma, risolviamo tutte di mutar vita, per arrivare alla vita di vere e sante religiose; pregate per me meschina.
«Alla vicaria dissi che vada spesso alla piaghe di Gesù ed al cuore addolorato di Maria; e che rifletta chi ha piagato il figlio ed ha addolorato la madre.
«È vero che sono stati i peccati di tutto il mondo, ma in specie, i nostri. Ognuna di noi si specchi qui, cioè nelle piaghe di Gesù, nel cuore di Maria. Risolviamoci a mutare vita. Così sia».
«Nel cominciare il Te Deum, mi accorsi di aver fatto il capitolo. Sia tutto a gloria di Dio e di Maria SS.ma! Ella ha detto e fatto tutto».
Certe volte, Maria è fisicamente e realmente presente al suo posto. Le suore attesteranno che il timbro della sua voce era così soave da incantarle.
«Veronica della Volontà di Dio, figlia e professa di Maria Santissima» vive oramai celebrando ogni giorno la vittoria dell'Amore. Si trova stabilizzata nel sì e nel no: sì alla volontà divina in fedeltà eterna; no all'«umanità», ad ogni soddisfazione e aspirazione egoistica.
L'esperienza della «grazia delle tre grazie» - unione, trasformazione, sposalizio celeste - che dal 1714 riceve ad ogni Comunione, totalizza l'operazione divina nella sua anima. È un saggio anticipato del convito eterno dell'Amore, cosi intimo, cosi superiore a tutto quanto finora sperimentato, inenarrabile... l'intero Diario è pieno di questo Dio «pazzo d'amore», questo «oceano di pace e d'amore» nel quale «nuotava», quando la rapiva a Sé... questo Dio regnante, dominante, operante, inenarrabile, incomprensibile, infinito... bisogna davvero leggere queste pagine celesti!
D'altra parte, scrivendo ancora il Diario per obbedienza, vede che tutto le sfugge dalla memoria, lei che prima poteva descrivere ogni particolare. Perciò, dopo il 1720, ricorre all'ausilio di Maria SS.ma, e, cosa mai udita, la Mamma Celeste le và dettando quanto deve riferire... sono delle pagine di grande luminosità, che avranno fine il 25 marzo 1727, quando Maria le dirà per l'ultima volta: «Fa punto!».
Non pensiamo però che tutto fosse soavità di Paradiso. Veronica va nel patire sino alla fine. Ed è un patire in uno spoglio totale, senza sapere di fare la Volontà di Dio. È un nuovo patire inconscio, molto diverso e più profondo di quell'altro «patire con sentimento». Questo è «puro patire!». La coscienza però della sua missione espiatrice non solo non viene meno, ma prende nuovo impeto nel triplice «Sì, sì, sì! Più, più, più!». Crocifissa fino alla fine, dalle sue piaghe sgorga ancora sangue il 17 settembre 1726, festa delle stimmate di san Francesco.
Approfittiamo, a questo punto, di questa festa francescana per aprire una parentesi di non poca importanza sull'amore che santa Veronica aveva per i santi, ricorrendo spessissimo, umilmente e in tutto, alla loro intercessione. Naturalmente il primo posto va a san Francesco d'Assisi, «il Padre Santo», e santa Chiara «da santa Madre». Riceveva ogni anno nella festa dell'uno e dell'altra delle grazie straordinarie. Occupavano anche posti speciali san Giuseppe, santa Teresa d'Avila, santa Caterina da Siena, santa Rosa da Lima, e tanti altri come san Filippo Neri, sant'Ignazio di Loyola, san Francesco Saverio, sant'Antonio di Padova, san Bonaventura, san Florido protettore di Città di Castello, san Giovanni Evangelista, sant'Andrea Apostolo il cui saluto alla Croce - O Buona Croce! - tanto le piaceva. Caso a parte è quello di san Paolo che chiamava «il mio san Paolo» come vedremo più avanti.
Non possiamo nemmeno tralasciare il ruolo importante dell'Angelo Custode che non manca mai accanto a santa Veronica: è lui che la rialzava quando cadeva sotto il peso della croce; la difendeva, quando i demoni l'assalivano; l'assisteva nelle ore tremende dei giudizi particolari, come in quelle gioiose dello sposalizio; alcune volte le comunicava in nome di Gesù; era l'ambasciatore di Maria Santissima presso la Santa quando l'obbedienza le imponeva di essere in due posti nello stesso tempo: prendeva forma di luce bianca, pensava alla dispensa, faceva cuocere gli alimenti...
E verso la fine della sua vita, acquistata una santità più alta, poiché era assalita più forte che mai dall'inferno, vari Angeli furono inviati a custodirla: «Miei Angeli», scrive, infatti, nelle sue note; sono essi che la accompagnavano nelle sue visite all'inferno. Era così riconoscente e devota agli Angeli Custodi fino a meritare che le fosse rivelato, da parte di Dio, questo mirabile fatto: all'elezione di ogni nuovo Sommo Pontefice, il cielo gli concede altri dieci Angeli Custodi per assisterlo. Notizia che fece piangere di gioia e di commozione l'ormai beato Papa Giovanni XXIII, quando volle leggerla personalmente.
L'atto finale, dunque, di questa crocifissione sono i trentatré giorni di preparazione alla morte che iniziarono il 6 giugno con sofferenze indicibili. Era una agonia continua fino al 9 luglio 1727 quando la sua anima volò in cielo, solo per obbedienza. Infatti le suore e il confessore la assistevano senza capire come mai fosse ancora in vita, guardando supplichevolmente il padre confessore. Aveva prima raccomandato loro di osservare la cara Regola dell'Ordine, d'essere ubbidienti alla Carità Divina, di volersi bene l'una con l'altra; poi diede loro a baciare il Crocifisso.
Il padre confessore intuì finalmente che quest'anima che aveva sempre vissuto nell'obbedienza non poteva morire che nell'obbedienza. Commosso gliela diede, tra il pianto delle consorelle che la videro sorridere loro per l'ultima volta.
Le sue ultime parole furono: «L'Amore si è fatto trovare! Questa è la causa del mio patire. Ditelo a tutte, ditelo a tutte!».
«È morta la Santa! È morta la Santa!», si ripeteva nella città, tra il concorso della gente e il suono delle campane. Tutta la città fu in movimento; quando il popolo poté finalmente entrare in chiesa, avvenne un tumulto tanto grande che la salma fu riportata nell'interno del monastero.
All'indomani, durante i funerali solenni erano presenti tutta la nobiltà, il governatore, il clero... era una vera glorificazione. Nonostante la sua vita nascosta, la sua fama e stima erano quasi mondiali fin da allora: basta ricordare che il duca di Toscana e l'Imperatore Carlo II dovettero accontentarsi di inviarle ambasciatori per implorare i suoi lumi e aiuti; solo "Violante di Baviera" ottenne di entrare nel monastero ed ebbe gli occhi guariti appena vide le stimmate.
Iniziò presto il processo di introduzione della Causa, con delle testimonianze orali delle suore, confessori, medici... testimonianze insolite e quasi mai udite. Il 25 aprile 1796 fu dichiarato il decreto apostolico sull'eroicità delle virtù. Il 17 giugno 1804, Veronica fu beatificata da Pio VII e Città di Castello celebrò l'evento con grande concorso di fedeli esultanti nel rendere omaggio a quella che essi consideravano l'onore della Chiesa e la gloria del paese.
Lungamente ritardata a causa di ogni genere di avversità nel campo sociale, la canonizzazione ebbe luogo il 26 maggio 1839, sotto Gregorio XVI, per la gloria di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Siccome l'uomo razionalista di oggi potrebbe pensare che tutti questi fenomeni mistici soprannaturali descritti nel Diario non siano che fantasie di donne, ascolti quello che dicono i fatti storici e scientifici: Prima dei funerali il vescovo convocò il governatore Torregiani, il pittore Angelucci, il medico Bordiga, il chirurgo Gentili, il cancelliere Fabbri, il notaio principale, i confessori del monastero e i principali della città per procedere all'autopsia. Estrassero il cuore alla morta e glielo aprirono. La piaga era tanto profonda che lo attraversava da parte a parte. Esisteva da trent'anni e contrariamente alle leggi della biologia, era sempre viva; invece del fetore che si poteva aspettare, ne uscì un profumo estasiante.
Esaminarono il cuore: che videro? Videro riprodotta nella carne la descrizione fatta anni addietro dalla Santa; vi erano stampati: la Croce, la corona di spine, la lancia e la canna legate insieme, l'iscrizione, i martelli, i chiodi, lo stendardo di Cristo Re, le due fiamme simboleggianti l'amore di Dio e l'amore del prossimo, le sette spade dell'Addolorata, e le iniziali del Nome di Gesù e di Maria con quelle delle grandi Virtù. L'autopsia rivelò altre cose straordinarie come la miracolosa incurvatura dell'osso della spalla...
Il miracolo vivente è ormai in cielo. Ci rimane la sua fortissima intercessione, il suo santo corpo, tanti miracolosi oggetti e santi ricordi, e specialmente il suo incomparabile Diario, chiamato appunto "un tesoro nascosto".
Lettori, muovetevi a visitarla, a conoscerla, a pregarla e ad amarla! Vale veramente la pena!
LA SUA DOTTRINA E INSEGNAMENTO
INTRODUZIONE
Ora che i devoti lettori hanno potuto, crediamo, "toccare con mano" il livello di santità quasi unico di questa serafica Santa, e scorgere l'immensità delle ricchezze divine nascoste nella sua vita e nel suo Diario, saranno senz'altro d'accordo con padre Iriarte nel dire che «davanti al caso Veronica Giuliani, non si può avere né l'atteggiamento di una pseudo-spiritualità che corre dietro lo straordinario, né dello scienziato che non riesce a percepire altro che quadri clinici, ma piuttosto l'atteggiamento di Mosè davanti al roveto che ardeva senza consumarsi: "Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo" (Es 3, 3); e anche nel suo affermare che: "l'estatica cappuccina di Città di Castello è un caso a sé anche tra i santi. Lo è, anzitutto per la molteplicità e singolarità delle sue esperienze mistiche: non c'è fenomeno animico o corporeo, dei registrati nell'agiografia, che essa non lo abbia provato e descritto; ed è stata favorita da altri assolutamente inediti. Eccezionale è anche la sua vocazione alla partecipazione ai patimenti di Cristo e al mistero del dolore... nessuno ha gioito e patito così intensamente».
Ora sì che possiamo prendere più sul serio la parola del card. Palazzini: «La missione di santa Veronica ha ancora da iniziare nella Chiesa»; una missione che il Signore stesso ha affermato che sarà per «il trionfo dell'Amore e la conferma della Fede». Sentiamolo dire ancora: «Quello di Veronica è un grande messaggio profetico che sembra proprio riservato ai nostri tempi: per correggere pericolose deviazioni di chi va alla ricerca di un Cristianesimo senza Croce, di chi si adagia voglioso nell'abbondanza di quei beni di consumo di cui Cristo ha predicato la moderazione per tutti, e la rinuncia per i forti».
Ma è anche, e soprattutto, un messaggio profetico contro il razionalismo che, consapevolmente o no, cerca di svuotare la fede della sua dimensione soprannaturale: la ragione rimane sconcertata davanti all'irrompere del Divino nel quotidiano vissuto e scritto della Santa, in fenomeni corporei innegabili, inspiegabili, ripetuti. È Dio stesso che tramite una donna inoffensiva volle confutare, già da allora, e a maggior ragione oggi e con quale intensità, il razionalismo fino a renderlo ridicolo davanti all'evidenza. Se è vero che la fede e la ragione non si contraddicono, è altrettanto vero che la ragione deve riconoscere i suoi limiti e chinare la testa davanti al Divino.
Meditando la dottrina del Diario, ci sentiamo spinti a dire:
- Quanto ci è necessario oggi il suo esempio di fede assoluta nell'obbedienza a Dio e alla Sua Santa Chiesa; già come maestra, insegnava alle novizie il Catechismo prima ancora della spiritualità propria; scriveva con fermezza: «Credo ciò che crede la Chiesa Romana»; ma specialmente l'obbedienza ai rappresentanti di Dio: superiori, confessori e autorità ecclesiale che lei chiamava «vice-Dio in terra», tanto che, per esempio, la ferita del suo cuore si apriva e chiudeva secondo il volere dell'obbedienza, e che le scene della Passione si rinnovavano a volontà dei superiori... fino a guarire e a morire - come abbiamo visto - per obbedienza; per lei l'obbedienza al confessore diventò come «il sigillo della fedeltà a Dio e a Maria Santissima», fino a firmare col nome di "figlia dell'obbedienza".
- E quanto è importante per noi approfondire la sua umiltà: così santa, ricorreva all'intercessione dei santi, supplicandoli; vedendo il suo "nulla" davanti a Dio, si considerava indegna di stare con le sorelle, a maggior ragione di essere badessa. Quanto gli costava scrivere di sé nel Diario, e quanto si vergognava di «questi segni esteriori», ossia delle stimmate, chiedendo a Dio di nasconderle; cercava davvero la strada del nascondimento... Beata lei! Quanti insegnamenti per l'uomo vanitoso, superbo di oggi, che va alla ricerca del potere, della stima, della vanagloria...
- E che dire anche del suo amore e fedeltà alla santa povertà, che le è costata tante ostilità e incomprensioni...? Quando trovava degli abusi, sentiva spesso i rimproveri di san Francesco e di santa Chiara: allora usava sia la dolcezza, sia la fermezza, sempre con prudenza, e trionfava... Considerava la povertà come la condizione essenziale per arrivare all'amore. Il suo esempio e un rimprovero vivente alla ricerca del benessere e all'abbondanza nella quale si vive oggi, spesso anche tra i religiosi.
- E della sua profonda venerazione alla Santissima Trinità, già da bambina, come abbiamo visto, fino a meritare di essere chiamata da Maria Santissima: «Figlia del Padre, Sposa del Figlio, Discepola dello Spirito Santo».
- E alla Santissima Eucaristia, questa «grande invenzione dell'amore», come la chiamava, alla quale ricorreva per chiedere le grazie più difficili, ottenendo la licenza di riceverla ogni giorno; e quante volte l'ha ricevuta dalle mani degli Angeli... o di Maria SS.ma... Bisogna specchiarci nel Diario per capire quanto vergognosamente e con quanta poca riverenza avviciniamo oggi il Sacro, e con quanta poca fede nella presenza reale e operante di Dio in questo mirabile Sacramento, fino al limite della desacralizzazione... Quanto era importante per lei il modo di riceverLo!... tutti i frutti spirituali dipendevano da ciò: «Ogni qualvolta che Lo riceviamo nel Santissimo Sacramento, Iddio rinasce nelle anime giuste che di cuore Lo servono e Lo ricevono con purezza». Basta ricordare che era rapita in unione con Dio quasi dopo ogni Comunione...
- E che dire della sua preghiera? Quanto cercava di perfezionarla! Basta ricordare che vide, una notte, il Signore che le stava seduto accanto in coro recitando con la comunità il mattutino, visto solo da lei; Gesù ha offerto quella preghiera in riparazione delle mancanze e imperfezioni commesse dalla Santa nella preghiera liturgica dell'officio divino... Che specchio per mirarci dentro e ridare nel modo dovuto il culto e la lode a Dio!
Ma sarebbe troppo lungo andare avanti. Bisogna leggere il Diario per avere anche solo una minima idea della sua carità e altre virtù! Perciò, in questa seconda parte, ci soffermeremo su quattro aspetti e insegnamenti che ci sono parsi, accanto alla confutazione del razionalismo, i più significativi, attuali e necessari; e la divideremo nei seguenti capitoli:
1. L'Amore infinito di Dio
2. La realtà spaventosa dell'inferno e degli angeli ribelli
3. La dottrina dell'espiazione.
4. Il ruolo indispensabile di Maria Santissima
Capitolo Primo
L'AMORE INFINITO DI DIO
Dio è amore (1Gv 4, 8). È la verità più «vera» - nel senso di ovvia -, più bella e più confortante. È la base di tutto l'edificio spirituale e di fede dei Cristiani, ma anche di tutta l'umanità. Dio è amore! Dio è buono: «Solo Dio è buono» (Lc 18, 19). Ha creato tutto per amore e con amore, e «non disprezza nulla di ciò che ha creato» (Sap 11, 24).
Una vera visione di Dio, - specialmente dopo Gesù Cristo, Verbo incarnato, vero Dio e vero Uomo, nato bambino e morto povero per noi, perdonandoci e scusandoci sulla Croce - non può dubitare del fatto che tutta la storia dell'umanità, e di ogni uomo, va letta in quest'ottica: ho in cielo un Padre buono, che è l'Amore in Se stesso, che è mio babbo, che veglia su di me, che trasforma tutto in bene se credo in Lui, alla Sua Parola, se ricorro a Lui, se pongo la mia fiducia in Lui, se Lo invito a fare ciò.
Senza questa visione di bambini che confidano in Dio, non si può entrare in cielo: «Se non ridiventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli» (Mt 18, 3). Ora questo Regno è l'Amore in se stesso, è la luce in se stessa, è la pace in se stessa.
È questo che ci vuol far capire la vita di santa Veronica. Lei, affidandosi, conoscendo bene il suo nulla, anzi il nulla di ogni creatura davanti al "tutto" del Creatore, è stata portata a «nuotare in Dio», a «fondersi in Dio» nell'Amore fino a concludere la sua beata esistenza con queste parole, già citate: «L'amore si è fatto trovare! Questo è il segreto del mio patire! Ditelo a tutte, ditelo a tutte!».
Sì, solo per amore si accetta e si capisce il patire. Perché?
Perché Dio è Santo; e la Vita Eterna è l'unione con Dio, con «Il Santo», con La Santità stessa. Non potremo unirci a Lui, se siamo ancora macchiati. Ecco il motivo del dolore, del patire, che ci purifica per unirsi a Dio, per fondersi e bearsi in Lui per tutta l'Eternità; ma anche già da adesso, a misura della nostra accettazione e sopportazione di questa purificazione, dovuta a causa del peccato.
Con questa ottica, umile e verace, si capisce che la sentenza di Dio sul primo uomo, dopo il peccato originale, non va vista come punizione, bensì come rimedio: è la via indispensabile per la purificazione degli effetti disastrosi del peccato.
Ecco anche il motivo del purgatorio, verso il quale - al dire della Santa - corrono le anime contente, malgrado le pene, per purificarsi e poter godere dell'abbraccio eterno di un Dio così bello, così buono, così puro, così Santo. Le anime del purgatorio si comportano così perché hanno visto, nel giudizio particolare subito dopo la morte, la verità di questo Dio buono, misericordioso, offeso dai peccati, e hanno visto palesemente l'orrore del peccato che macchia l'anima rendendola incapace di avvicinare «E Santo», e perciò si affrettano al rimedio.
Questo ci svela santa Veronica nella sua esperienza. Beati noi se, pur non vedendo, crederemo a ciò: «Beati quelli che crederanno pur senza aver visto» (Cv 20, 29).
Ecco anche il motivo dello stesso inferno, che non è punizione, ma è una conseguenza inevitabile per coloro che rifiutano questo amore, che non credono, che non accettano di lasciarsi purificare, che non vogliono l'«ordine» stabilito da Dio per la Vita Eterna, tramite i Suoi Comandamenti e le Sue Leggi che sono leggi di vita, d'amore, e trascurandole si perde la vita perché si rifiuta di accettare le regole del Paradiso.
Dio, nel suo infinito amore, non obbliga l'uomo che ha creato, ma nemmeno lo distrugge, perché la vita è un dono, e «i Doni di Dio sono irrevocabili» (Rm 11, 29), ma insegnandoli la Verità, invita l'uomo a scegliere la vita: «Ti ho messo davanti la vita e la morte; scegliti la vita» (DI 30, 19); e in questa verità, gli presenta anche l'inferno, non per minacciarlo, ma per fargli intendere il risultato delle sue scelte, della sua disobbedienza, per aiutarlo a rifiutare il peccato, per spingerlo a lottare, per il suo bene... dunque glielo presenta «per amore, per misericordia, per giustizia», affinché l'uomo non possa un giorno lamentarsi di Dio accusandolo di non avergli fatto sapere ciò, di averlo lasciato nel buio, senza la luce totale della verità.
Ecco il ruolo importantissimo di santa Veronica! Ecco il suo contributo al «trionfo dell'amore». Sì, Dio è Amore; sì, il Paradiso è stupendo; ma, nello stesso tempo c'è anche l'inferno per chi non crede al Paradiso, per chi non lo pensa e non lo desidera e non vuole sacrificare certe vanità per meritarselo, per chi rifiuta questo Amore, che è anche ordine, obbedienza: «Chi mi ama osserva i miei comandamenti» (Gv 14, 23). «Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato» (Gv 14, 24).
Ma il demonio e la nostra natura umana superba vogliono farci vedere le cose al rovescio.
E perché?
Il demonio, perché è il «padre delle menzogne» (Gv 8,44), ci odia e vuole farci credere che Dio non è Amore se crea l'inferno, o, peggio ancora, che Dio è falso e l'inferno non esiste.
La nostra natura umana, sia perché è superba, autosufficiente e indisciplinata e cerca una falsa libertà che non vuole sottomettersi alle leggi di Dio, sia perché è ferita e debole e non vuole tralasciare le sue delizie, i cosiddetti «piaceri», gioie...
Sì, l'uomo è creato per la felicità, e perciò la cerca spontaneamente; ma leggendo gli Scritti della Santa, e meravigliandosi di questo Dio regnante, dominante, operante, oceano infinito d'amore, di luce, di pace... inizieremo a vedere molto più meschine e effimere le nostre "gioie", i nostri "piaceri", a vedere anzi la loro pericolosità, il veleno nascosto come nel frutto del giardino dell'Eden che era «bello e piacevole» (Gn 2, 6), e convincersi della vanità di questo mondo passeggero; e allora inizieremo a dire con san Francesco: «Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto».
Quanto sono vere queste parole! Come le ha vissute bene la Santa!
Anche lei, per eccesso di luce e di amore e di conoscenza di Dio, piangeva come san Francesco perché «d'Amore non è amato». Avrebbe voluto correre per il mondo intero a gridare che Dio è Amore, un Dio Creatore, Redentore, che, per Sua natura, non può che dare, amare, fino alla pazzia, alla follia della croce che Veronica ha toccato e descritto; e a gridare anche la penitenza e la conversione, per poter gustare ciò: «Convertitevi, il Regno dei cieli è vícino!» (Mt 3, 2).
Leggiamo qualche brano di questo «poema d'amore» quasi unico che è sparso nel Diario di questa «eletta tra gli eletti»:
- «... Più l'abisso del mio nulla è profondo, più mi riposo nella considerazione degli attributi divini. Mi fermo su quello della misericordia e, come in uno specchio, vedo di quale amore Dio mi ha amata e mi ama ancora. Io spero in questo amore...».
- «Ho sperimentato l'amore. La mia anima è immersa nell'immensità di questo mare; l'amore trasforma la mia anima nell'amore stesso. La mia anima è in Dio. Dio è nella mia anima. Dio parla con la voce del silenzio, l'anima risponde, ma la sua risposta è l'eco della voce di Dio, che in lei ama se stesso. La mia anima, con l'amore, sembra che conosca Dio in Dio stesso e condivida la sua felicità eterna. Dio la tira a Sé con trasporti, slanci, rapimenti, frutti dell'amore, e la conoscenza nuova di Dio produce una nuova trasformazione in Dio».
- «O padre della mia vita, sposo dell'anima mia, cuore del mio cuore, tornate nel mio cuore!... stelle che splendete davanti a Lui, ditegli che io languisco d'amore...».
Dio godeva degli ardori della Santa, ritornava, la consolava: «Sono l'Amore in persona; Io t'amo e ti porto nel mio Cuore. Il mio Cuore è la vita del tuo. Tu sei la Sposa del mio Cuore!». Le chiede: «Questo cuore che vedo nel tuo petto, di chi è?». «Vostro o Signore». «Allora me lo prendo». E lo fa riporre sul Cuore di Maria che è presente; poi lo ripone sul proprio petto. «Ed ora qual è il mio cuore?», domanda la Santa. E Gesù risponde: «Il tuo cuore sono io... ti ho trasformata in Me; tu sei divenuta Me stesso».
Quante volte arrivava all'unione: prima parla di «unione strettissima» nella quale l'anima si sente attratta come il ferro dalla calamita, «legata» dolcemente, «ingolfata» nel mare dell'amore di Dio; più tardi aggiungerà l'esperienza di sentirsi ««uniformata», "trasformata» in Dio; e nell'ultima tappa, quando riceve in ogni comunione la «grazia delle tre grazie», raggiungerà il culmine dei saggi dell'unione dei beati nel cielo: è il momento delle «comunicazioni intime» che passano tra Dio e l'anima, quindi ineffabili. «Non si possono descrivere», afferma, ma riesce a riferire al confessore gli effetti che lasciano in tutta la persona.
«...in un istante mi è parso di sentire infondere il Divino Amore in tutta l'anima mia; ed ella farsi una stessa cosa col Divino Amore... non sapevo se ero in cielo o in terra; avevo cognizione di me stessa, parevami di essere il più vile vermicciolo della terra... vedevo che sono nulla. A questo mi si aggiungeva la vista di tante ingratitudini... un Dio tanto benefico, tanto grande, tanto misericordioso essere stato tanto offeso da una ingrata creatura!... ero assorta in Dio... vedevo i Divini attributi di Dio... Iddio era mia memoria, Iddio era mio intelletto, Iddio era mia volontà; tutto Iddio nell'anima, e tutta l'anima in Dio. Di quello che ho provato in questi momenti, non se ne può parlare... l'anima mia restava via più distaccata da tutto quello che non è Dio... parevami di stare come in una fornace...
«L'umanità patisce tanto in queste operazioni del Divino Amore... voleva lagnarsi... ma stava cheta, e lo spirito gridava forte: O Amore! O Amore! O Amore, tanto poco conosciuto dalle creature e da me, in particolare! No, No; non sarà più così, perché voglio voi solo e con voi resto...
- «...l'anima ha sperimentato in sé, in quel punto, certe operazioni del Divino Amore... parevami di notare in Dio quella sua immensità di amore infinito che si manifestava a quest'anima; ed essa, per via di quelle comunicazioni intime fra Dio e l'anima, restava tutta unita al sommo bene... era tutta, in tutto, trasformata nel suo Dio di amore... e l'amore medesimo operava in lei, e per lei tutta immersa in Dio che si comunicava tutto ad essa... queste cose non si possono mai spiegare con parole... solo dico che l'anima, in quel punto, resta così assorta in Dio, che, tornata ai propri sentimenti, le pare ogni cosa novità! Oh! Che pena le è il vedersi così carcerata in questo corpo mortale! Resta una nausea di tutte le cose terrene...
- «...mentre l'anima stava tutta nuotando nel mare immenso della Divinità, in quel istante, si è rappresentato avanti l'anima mia Gesù, in quel modo che uscì alla luce per redimere noi peccatori... in quel punto vi fu un non so che in questa anima; parvemi mi mutasse in un'altra; e mi pare che, in quello stesso punto, Iddio mi ponesse in Sé e riempisse questo cuore e questa anima tutta di amore. Sentivo certi impulsi che levavano me da me, e nel tempo medesimo mi sentivo essere tutta unita al Sommo Bene... ».
Caro lettore, il Diario è arcipieno di questo linguaggio sublime. Un bene così grande merita un po' di penitenza, di astinenza.
E se non sarà possibile imitare la Santa in tante cose, voglia Dio che questi Scritti ci aiutino ad umiliarci profondamente, accorgendosi a quali livelli Dio chiama l'uomo, creato a Sua immagine e somiglianza, e come invece siamo ancora strisciando nel fango dei falsi piaceri che ci offre il mondo e il principe di questo mondo.
Capitolo Secondo
LA REALTA’ SPAVENTOSA DELL'INFERNO E DEGLI ANGELI RIBELLI
Il mondo razionalista di oggi tende a non credere più a tante, per non dire tutte, le realtà invisibili di fede; soprattutto quella dell'esistenza dell'inferno e dei demoni come creature, come «esseri», limitandosi ad accettare, per forza, l'esistenza del «male».
Anche tra certi "credentí" si tende a fuggire di pensare a queste realtà, limitandole, negandole, o almeno negando l'eternità dell'inferno, o considerandolo vuoto, rifiutando di credere a delle pene e sofferenze concrete, fuoco, ecc.... basandosi su un falso concetto di un Dio misericordioso che non potrà permettere ciò, concetto che abbiamo cercato di chiarire prima.
Ora la vita, gli scritti e l'esperienza di santa Veronica, in questo ambito, non sono che un grido di difesa della dottrina, una potente conferma della fede e dell'ínsegnamento della Chiesa. Il Diario è pieno delle sue lotte con i demoni e delle sue visite e descrizioni dell'inferno.
I demoni
Abbiamo visto come il demonio aveva preso, fin dai primi mesi, le sue sembíanze per creare problemi nella fraternità. Poi, non si è fatto molto aspettare per attaccarla di persona, e quello che segue non è sola affermazione di Veronica, ma anche dichiarazioni di testimoni veridici che deporranno con giuramento al processo.
Leggiamo nel Diario che i demoni gli strappavano di mano brocche e altri utensili, rovesciavano acqua bollente su di lei in cucina; gli strappavano la penna, rovesciavano l'inchiostro, mentre scriveva il Diario. Non aveva quasi una notte tranquilla: le apparivano in gran numero, in deformità orribili, minacciosi, osceni... urlavano, muggivano, bestemmiavano... buttavano fuori degli odori infetti fino a farla svenire... gli gettavano nella sua scodella pugni di capelli, ragni, topi morti... la buttavano nel fuoco... la lanciavano contro i muri, le lanciavano addosso enormi pietre, le davano delle botte e dei colpi inimmaginabili...
Sono fantasmi? Immaginazioni? Qualcuno potrebbe pensarlo. Niente affatto. Le suore udivano; certe volte vedevano; e quando ciò accadeva, la Santa doveva incoraggiarle e rassicurarle. Tante volte dovevano correre di notte alla sua cella, fino a che l'autorità permise che una suora dormisse con lei per non lasciarla sola. Ma la Santa non aveva paura. Sfidava e rimproverava i suoi nemici: Venite, cogitemi, martirizzatemi; è mia felicità soffrire per il mio Dio... pusillanimi che siete, venire così numerosi contro una povera donna come me! Una volta Maria Santissima apparve durante una lotta e disse ai demoni che cercavano di fuggire: «Ecco la mia figlia; la mia figlia è dominatrice dell'inferno».
L'attaccavano generalmente, quando compiva il suo ufficio di vittima mediatrice e redentrice, quando pregava e si mortificava per la conversione dei peccatori. «Smetti», le urlavano, «smetti o noi ti faremo sentire i supplizi dell'inferno».
Oh! La forza della preghiera e della penitenza!
Certe volte la malmenavano fino a lasciarla tutta una piaga... un giorno le troncarono un piede. Le rimase penzoloni come un cencio. Le suore la portarono al confessionale in questo stato, e istantaneamente risanò, perché il confessore le impose di chiedere a Dio la guarigione...
Nell'agonia di suor Luisa, che le era stata sempre nemica, santa Veronica vedeva i demoni che venivano a prenderne l'anima, gridando: « È nostra! È nostra! Guai a te!». Suor Luisa prendeva convulsivamente la mano di Veronica: «Difendetemi! Salvatemi!»; e quella gridava: «È di Dio»; poi supplicava: «Mio Dio, calcate sulla mia testa la corona di spine, ma di grazia risparmiate quest'anima»...
...E di suor Angelica, che la maltrattò durante tutta la sua vita, la Santa restò giorno e notte accanto al letto, inginocchiata, in preghiera, senza appoggio, offrendosi in sacrificio: «Signore Gesù - supplicava mentre i demoni la coprivano di colpi - fate parlare il vostro Sangue e i vostri meriti per quest'anima, ottenete questa grazia dal Vostro Padre Eterno! Sono disposta a tutti i tormenti».
Dopo giorni con questo ritmo, si gettò ai piedi del Santissimo Sacramento, mentre una voce rabbiosa miagolava «Tu hai vinto, ma me la pagherai, miserabile», e un gatto mostruoso si lanciò su di lei... La morente, però, esalò il suo ultimo respiro nelle sue braccia.
L'inferno
Lo vede quasi ogni giorno, coi suoi orrori e i suoi supplizi. Lo visita non di rado, per volontà di Dio, accompagnata normalmente dai suoi Angeli Custodi in modo visibile, e da Maria Santissima in modo invisibile. E per obbedienza lo descrive nel Diario. Riferiremo qui solo una parte della visione del 17 gennaio 1716. Le apparve la Vergine Maria, che la trasportò ai piedi della Trinità Gloriosa; poi ordinò agli Angeli Custodi di condurla in spirito nell'abisso. «Non temere, figlia mia; io sono con te».
Ecco la descrizione: «In un batter d'occhio, mi ritrovai in una regione bassa, nera, fetida, piena di muggiti di tori, di urli di leoni, di fischi di serpenti, di tuoni fragorosi. Vedevo dei lampi sinistri serpeggiare fra un fumo denso. Ma questo era nulla. Una grande montagna si alzava a picco davanti a me ed era tutta coperta di aspidi e di basilischí legati insieme. Essi si agitavano, si contorcevano, ma non potevano liberarsi. La montagna viva era un clamore di maledizioni orribili. Tornai verso i miei Angeli e chiesi loro che fosse tutto ciò. Mi risposero che era l'inferno superiore, cioè l'inferno benigno. Infatti, la montagna si spalancò e nei suoi fianchi aperti vidi una moltitudine di anime e di demoni intrecciati con catene di fuoco. 1 demoni, quasi tori furiosi, schizzavano fuoco dagli occhi, dal naso, dalla bocca. I loro denti, simili a pugnali d'acciaio, mordevano le anime fra un clamore spaventoso di urli disperati. A questa montagna seguivano altre montagne più orride, le cui viscere eran teatro di atroci e indescrivibili supplizi.
«Nel fondo dell'abisso, vidi un trono mostruoso, fatto di demoni terríficanti. Al centro una sedia formata dai capi dell'abisso. Satana ci sedeva sopra nel suo indescrivibile orrore. Aveva una testa composta di 100 teste, ed era sormontata da enormi picche viventi, che finivano con un occhio di fuoco. Questi occhi si aprivano e lanciavano fiamme il cui ardore aumentava l'incendio infernale. Satana vedeva tutti i dannati, e questi vedevano satana. Gli Angeli mi spiegarono che la visione di satana, il mostro, forma il tormento dell'inferno, come la visione di Dio forma la delizia del Paradiso. Sui suoi sudditi, satana lanciava tormenti, che li divoravano. Egli bestemmiava maledizioni e tutti gli facevano coro: erano grandi urla di disperazione.
«Dissi ai miei Angeli: - Quanto tempo dureranno questi supplizi? - mi risposero: - per sempre, per tutta l'eternità -. E quando io tacqui, muta di spavento, notai che il muto cuscino della sedia di Lucifero erano Giuda ed altre anime disperate come lui. Chiesi alle mie guide: - Di chi sono quelle anime? -. Mio Dio, quale risposta! - furono dignitari della Chiesa e prelati religiosi!-.
«...Ebbi coscienza che la mia presenza raddoppiava la rabbia dei dannati. Senza l'assistenza dei miei Angeli e di Maria, che invisibile stava al mio fianco, io sarei morta di spavento.
«Silenzio. Io non detto nulla. Non posso dir nulla. Di fronte all'inspiegabile verità, tutto ciò che raccontano i predicatori non è niente. Niente!». E nell'abisso tenebroso, soggiorno di spavento, ella vide cadere una pioggia di anime.
In altre visioni è il Signore stesso che le risponde che sono supplizi «per sempre, per l'Eternità». Le disse anche: «Mira e guarda bene questo luogo che non avrà mai fine...».
In altre descrizioni più lunghe, descrive i sette livelli dell'inferno, con le loro rispettive categorie di dannati...
In più vide un posto più orribile per i religiosi che avevano infranto e disprezzato le loro sante regole; e un altro posto per i sacerdoti che non erano fedeli all'insegnamento della Chiesa, e che perciò sono stati causa di rovina di tante anime. Si soffriva atrocemente in quei luoghi...
Incredibile! Vide anche, in un luogo appartato, dei dannati in anima e in corpo! Ne era spaventata. La Madonna le spiegò che erano quelli che avevano venduto la loro anima al demonio con patto volontario...
Si potrebbero citare pagine e pagine, ma basta ciò per vedere quanto questa verità di fede fosse "familiare" e concreta nella quotidianità della vita e dell'esperienza di santa Veronica, in «conferma della fede», per chi cerca veramente e umilmente la Verità, arrendendosi davanti all'evidenza.
Capitolo Terzo
SANTA VERONICA E LA DOTTRINA DELL'ESPIAZIONE
Ecco un altro punto attualissimo: La società attuale, edonistica e del benessere non può concepire un tale insegnamento, perché contraddice tutti i suoi principi di piacere, di corsa sfrenata dietro tutto quello che i sensi e i desideri appetiscono, tutto quello che "piace". Ora, questa dottrina dell'espiazione insegna non solo l'accettazione delle sofferenze e delle difficoltà che la vita ci riserve, ma anche la ricerca volontaria della rinuncia, della privazione e della mortificazione.
Dove trovare i fondamenti di una tale dottrina?
Prima di ricorrere alla Sacra Scrittura e alla Teologia, non possiamo, specialmente dopo il capitolo precedente sull'inferno, non menzionare la famosa parola rivolta dalla Madre di Dio a tutta l'umanità, tramite i tre fanciulli Veggenti, nelle apparizioni di Fatima, e che sintetizza nel modo più semplice e mirabilmente completo questa dottrina:
«Tante anime vanno all'inferno perché non c'è chi prega e fa sacrifici per loro».
In questa parola è condensata tutta la dottrina dell'espiazione, che è famosa soprattutto negli scritti di san Paolo Apostolo, - che la Santa chiamava «mio san Paolo», come già abbiamo detto -, specialmente nella lettera ai Colossesi 1, 24: «Ora io mi rallegro nelle sofferenze che patisco per voi, e completo nella mia carne quel che manca alle sofferenze di Cristo, a pro del corpo suo che è la Chiesa»; ma anche nella prima lettera di san Pietro Apostolo 2, 21: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio perché ne seguiate le orme».
E quanto bene ha saputo seguirle santa Veronica!
La vita e gli scritti della Santa, come abbiamo visto, sono tutti impregnati del profumo della dottrina dell'espiazione, tanto che il cardinal Palazzini, dopo aver detto che la missione di santa Veronica deve ancora iniziare nella Chiesa, aggiunge: «...è necessario fermarci all'aspetto dell'espiazione, che ha così grande posto nel Diario della Santa, e che ci dà il diritto di considerarla come la maestra per eccellenza della dottrina dell espiazione».
Già a Mercatello, da bambina, Gesù le aveva detto: «Tu sei Mia. Io sono tuo. Tu sarai la Mia Sposa, la Mia associata nell'opera della redenzione».
E questo invito sarà sempre più approfondito; Gesù le spiegherà: «L'uomo, creato dall'Amore e per Amore, ha offeso l'Amore con l'orgoglio dello spirito e con la ribellione della carne. Io ho chiuso la ferita fatta all'Amore creatore, e l'ho chiusa per mezzo del supremo dolore. Chi vorrà come me, dietro il mio esempio, soddisfare l'Amore creatore? Chi vorrà perfezionare in sé ciò che manca alla mia passione redentrice? Mi ami tu?».
E Veronica risponderà: «Eccomi, Signore; io voglio la Vostra Croce. Voglio in me tutti i tormenti che furono in Voi; con Voi e dietro a Voi, voglio soddisfare l'Amore creatore; di più, voglio che tutte le spade che trapassarono il Cuore di Maria corredentrice, trapassino il mio cuore. Voi mi chiedete: Mi ami tu? Oh! Se Vi amo, o Signore! Infatti Vi dico: crocifiggete Veronica».
Gesù continuerà: «Mediante le mie ferite ho chiuso la ferita fatta all'amore creatore. Chi vorrà lenire le ferite fatte a me, Amore redentore?». E Veronica vede Gesù tutto sanguinante: sangue negli occhi, nella bocca, su tutto il corpo. «Mio Dio, grida, chi Vi ha ridotto in codesto stato?». Le risponde: «I peccatori, gli eretici; soprattutto coloro che mi negano l'attributo dell'Amore».
Allora lei si fa avanti con mano fremente, singhiozzando: «Sarò io la vostra Veronica, la riparatrice e la consolatrice. Io do il mio sangue per risparmiare il vostro... io mi offro, perché i peccatori mi inchiodino al vostro posto... io sarò il vostro apostolo. Vi amo».
Gesù la illumina sul valore della sofferenza; allora ella compose un cantico in onore della sofferenza: «Un'oncia di sofferenze val più di tutte le ricchezze e di tutte le gioie del mondo. Se avessi mille lingue non potrei esprimere il bene che porta all'anima la sofferenza... la sofferenza è la chiave dell'amore... chi cammina nella vera sofferenza, non ha altro desiderio che di servire Dio con puro amore, e il puro amore aumenta man mano che s'accresce la vera sofferenza... croci! Io voglio delle croci! La mia volontà è di non vivere senza pena; senza pene io non posso vivere.... O bona crux, venite a me! O cara croce, pigliatemi, crocifiggetemi in voi! O tesoro immenso, o letto di amore, fate che mi riposi fra le vostre braccia! O croce cara, venite a me! Voi sola bramo, voi solo piglio per mio appoggio e sostegno».
Perché questa vita?
Percorrendo il Diario risulta chiaro: per coloro che peccano, per quelli che si esibiscono impudentemente, per quelli che godono, per quelli che non pregano, per quelli che non amano; per tutti costoro si espia, si soffre, si prega, si ama.
Si sente, quindi, chiamata ad offrire allo Sposo un complemento di pene volontarie, per espiare per sé stessa prima - come amava ripetere - e per i peccatori. Perciò troveremo nella sua vita una vastissima gamma di preghiere e di sacrifici, più o meno imitabili:
Le «Vie Crucis» con una pesante croce sulla spalla, o un tronco d'albero, o una pesantissima panca; in ginocchio, sui sassi, sulla neve, in processioni notturne, talvolta anche comunitarie, salendo le scale in ginocchio, sanguinando...
Le lunghe veglie, piene di mortificazioni, penitenze, dormendo poco e su tavole di legno, o sarmenti di vite, cuciendo delle spine nell'abito, pensando al Crocifisso...
Digiuni, astinenze, flagelli e catene, cilici, per indebolire il corpo, e per espiare i tanti peccati commessi dagli uomini in questo ambito...
Inventa tanti modi di espiazione: Per punire la lingua di qualche parola vana o contro carità, le poggiava sopra una pesante pietra per un periodo di tempo... Si imprigionava in posizioni scomodissime per espiare la libertà abusata di altri...
Sarebbe troppo lungo elencare altri metodi e invenzioni, ben più austeri... invitiamo i lettori a scoprirli nella lettura di libri più esaurienti. Leggiamo a questo proposito qualche passo dalla Santa:
- «Mi sentii accendere il cuore di brama... andai a chiamare una sorella, e la menai all'orto; e nella Cappella di San Francesco, recitammo tutto il Rosario per la conversione dei peccatori. Ella stette coi bracci aperti, ed io mi battei colla catena. E poi, facemmo altre devozioni, pure per quest'effetto...»;
- «Terminata la Messa, io bruciavo come una fornace. Cantavo l'Ufficio delle Lodi con voce più forte che mai. Dopo invitai alcune suore a seguirmi in giardino. Nove di loro mi seguirono... Dissi alle suore: Andiamo e chiamiamo i peccatori. Con questa intenzione recitammo le Litanie della Madonna e l'Ave Maris Stella... Arrivate alla Cappella di San Francesco, ci disciplinammo; poi ritornammo in chiesa cantando il Te Deum. Là nuove discipline con trentatré invocazione al Salvatore del mondo... Poi chiesi perdono dei miei scandali, e le compagne mi imitarono piangendo.
Esse tornarono nelle loro celle, ma io... tornai in giardino e vi restai a lungo. La neve era alta... La mia voce non bastava per chiamare le anime e vi aggiunsi la voce delle catene, delle corde, delle spine; ad ogni colpo invitavo al pentimento i peccatori, gli eretici e i turchi...».
Quanti importanti insegnamenti ed esempi! Lei così frequentemente rapita nel soprannaturale, ricorrere a queste preghiere, processioni, penitenze così semplici, così comuni e a portata di tutti.
Il suo spirito di riparazione ci è oggi così necessario! Una riparazione che oltrepassa la sua persona per dilatarsi in una riparazione comunitaria, come abbiamo visto. E non basta così, ma quante volte vi indurrà anche i superiori. Ricordiamo, ad esempio, quando Dio le fece vedere il pericolo che minacciava la sua stessa città per il moltiplicarsi delle discordie e dei peccati, ed essa indusse il vescovo mons. Eustachi a organizzare una processione di penitenza... e Dio fu placato.
Quanto sembra lontano oggi questo linguaggio, pur così semplice e veritiero dei Santi! Quanto ne abbiamo bisogno! Dove sono oggi le processioni di penitenza? Abbiamo forse dimenticatoi risultati del voto fatto da Papa Pio XII alla Madonna del Divino Amore se avesse salvato Roma dai bombardamenti? E l'ha salvata! E la preghiera del Santo Rosario indotta da san Pio V per la battaglia di Lepanto? La Madonna non l'ha deluso! Forse non pensiamo nemmeno più al profeta Giona e alla conversione dei Niniviti? Ci crediamo ancora? O ci vergogniamo di essere criticati da un mondo razionalista, autosufficiente e arrogante?
Quanto bisogna rispettare la sapienza dei Santi e usufruirne! Se san Giovanni Evangelista insegna che non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il prossimo che vediamo (1 Gv 4, 20-21), come potremmo essere grati al Signore per la Redenzione, se non siamo grati prima ai Santi, membri del Suo Corpo Mistico, che hanno patito anche loro così tanto per la nostra salvezza? Che hanno completato nella loro carne quello che mancava delle Sofferenze di Cristo, a pro del Corpo Suo che è la Chiesa: che siamo noi.
Grazie, dunque, santa Veronica! Grazie a tutti voi santi! E Grazie soprattutto alla Gran Madre di Dio, e Madre nostra, "Corredentrice" per eccellenza del mondo.
Capitolo Quarto
IL RUOLO INDISPENSABILE DI MARIA SANTISSIMA
Avremmo forse esagerato concludendo così il precedente capitolo? Ricordiamo però che alle prime parole dette a Fatima: «Molte anime vanno all'Inferno perché non c'è chi prega e fa sacrifici per loro» la Madonna aggiunge subito dopo: «Per impedire questo, la Santissima Trinità vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato». La risposta verrà chiarificata inoltrandosi in questo capitolo mariano, culmine del messaggio profetico della Santa, vedendo che la vergine Veronica aveva inteso e vissuto un totale affidamento personale e comunitario profetico a Maria SS.ma, fino a diventarne quasi un incomparabile segno e apostolo.
Ecco, dunque, un altro punto molto discusso oggi: Il posto e il ruolo che Maria Santissima occupa nella Chiesa e nella Storia di Salvezza. È esagerato come lo pretende qualcuno? O invece è ancora da scoprire, sviluppare e rispettare, come ribadiscono altri?
Ci sembra che non bisogna essere molto dotti e íntelligentí, ma bensì piccoli e semplici, per vedere come questi nostri tempi portano un chiaro sigillo mariano mai visto prima nella storia. Dalla catena delle sue apparizioni, - "Rue du Bac" con la medaglia miracolosa, Lourdes, La Salette, Fatima e altre apparizioni approvate dalla Chiesa, o ancora sotto studi e discernimento -, come anche da diversi movimenti mariani e realtà ecclesiale suscitate dallo Spirito Santo e dalla Madonna stessa, si profila chiaramente quello che è diventato un'espressione comune: «I tempi mariani», espressione che sentiamo o leggiamo spesso, anche nei discorsi di Papi e di grandi Prelati della Santa Chiesa.
I tempi mariani sembrano essere i tempi in cui Lo Spirito Santo sta conducendo la Chiesa, e di conseguenza il mondo, a capire - e poi proclamare - la «verità» (Gv 14, 17a), tutta intera, su Maria, sul Suo ruolo decisivo: quello della «Donna» che schiaccerà la testa dell'antico serpente, «metterò inimicizia tra te e la donna...» (Gn 3, 15); quello della «Donna» vestita di sole che combatte il drago (vedi: Ap 12); la «Donna» alla quale il Signore, solo dopo averle affidato nel Discepolo amato tutta l'umanità come figli che Ella genera con il Salvatore, ai piedi della Croce, disse: «Tutto è compiuto» (Cv 19, 30a); la «Donna» delle Nozze di Cana, che intercede per l'umanità alla quale viene a mancare il vino della Grazia (vedi: Cv 2); la «Donna» alla quale Dio non può rifiutare niente, perché Lei non Gli ha rifiutato niente, nemmeno Il Sacrificio del Suo Unico Figlio, che è Dio, diventando, come Abramo, Madre di tanti popoli.
Questa "invasione" mariana progredisce su due fronti che vanno a pari passi: Il primo, teologico e dogmatico; il secondo, popolare e devozionale, però a livello ecclesiale universale.
Ora, sul primo fronte, vediamo il "germogliare" di dogmi mariani: Il primo è il dogma dell'Immacolata (1854) confermato subito dal cielo, dalla Madonna stessa a Lourdes, 4 anni dopo: «Io sono l'Immacolata Concezione» (1858); poi il dogma dell'Assunzione in cielo in corpo e anima, nel 1950, da Papa Pio XII, con tutto quello che questi due dogmi contengono di fondamentale per l'uomo e per la Storia della Salvezza, e che sarebbe, purtroppo, troppo lungo sviluppare qui.
Dove è destinato a arrivare questo primo fronte?
La Madonna l'ha chiarito nelle apparizioni della «Regina di tutti i popoli» ad Amsterdam, apparizione approvata dal vescovo nella seconda metà degli anni 1990, dove si proclama Mediattlce di tutte le grazie celesti e «Corredentrice».
Ecco, dunque, il punto d'arrivo! Maria non è una scelta in più, anche se importante, nella Chiesa. Maria è indispensabile nella redenzione storica e personale di ogni uomo. Maria è, non per virtù propria, ma per volontà di Dio, Vera Corredentrice del mondo, di tutta l'umanità. Questo ci sembra molto evidente nella simbologia della medaglia miracolosa, data da Maria stessa nella sua apparizione, nel 1830, a Parigi, a santa Caterina Labouré:
L'Immacolata, sulla prima faccia della medaglia rappresenta il dogma di partenza, e il simbolo della «M» intrecciata in modo inseparabile con la Croce sulla seconda faccia rappresenta il dogma d'arrivo: la Corredenzione; un percorso che passa attraverso il Sacro Cuore di Gesù, e anche attraverso quello Immacolato e Addolorato di Maria, presenti tutti e due sulla Medaglia; infatti, la Madonna annunzierà, più avanti: «La Santissima Trinità vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato» (Fatima 1917).
E qui siamo già nell'ambito del secondo fronte, quello della devozione personale ed ecclesiale a Maria Santissima. Questi due fronti sono complementari tra loro. La devozione deve arrivare al suo culrnine, secondo l'insegnamento mariano per eccellenza di san Luigi Maria Grignion di Montfort nel suo famoso Trattato della vera devozione, nella consacrazione personale e comunitaria totale alla Santissima Vergine Maria; un insegnamento che è frutto della maturazione sempre più approfondita dalla scuola francese di spiritualità, fondata sul mistero dell'Incarnazione; un affidamento e abbandono totale a Colei che più di tutti conosce Gesù, alla Maestra che ci può guidare nella via più sicura e diretta al suo Figlio Benedetto, alla quale Gesù stesso si è affidato.
Questo insegnamento è stato ripreso, assimilato, approfondito, concretizzato e offerto a tutto il mondo da Papa Giovanni Paolo II, con il suo famoso Totus Tuus, e la consacrazione del mondo intero e del terzo millennio a Maria Santissima, invitando tutti ripetutamente a leggere «i segni dei tempi», e a comprendere questa Consacrazione, per attuarla, secondo la richiesta della Madonna a Fatima.
Stranamente, o meglio provvidenzialmente, vedremo che la figura e il ruolo di Maria è il punto più rilevante e sottolineato nell'esperíenza di vita e negli scritti di santa Veronica, che ha molto da dirci in proposito. Perciò, ci pare doveroso chiamarla non solo «discepola di Maria», come troviamo nel Diario, ma anche «apostola di Maria».
Basta uno sguardo alla cronologia della sua vita, per vedere il ruolo "invadente" di Maria SS.ma. Sfogliando il Diario, troveremo che, per lei, Maria Santissima è indubbiamente e palesemente Mediatrice di tutte le grazie e Corredentrice; anzi questo le viene detto dal cielo esplicitamente. E quanto alla Consacrazione a Maria, la nostra santa è arrivata al culmine personale e comunitario.
Dunque, già da bambina, abbiamo visto come si rivolgeva familiarmente alla Madonna, quando voleva il Bambino Gesù, o voleva darGli da mangiare, ricevendo spesso quel che chiedeva; e come si è sentita dire tante volte non solo dalle labbra del Divino Sposo, ma anche di Maria Santissima: «Tu sei la mia prediletta».
E abbiamo anche visto, nel terzo e quarto capitolo, come questa relazione è andata sempre crescendo, specialmente dopo la stimmatizzazione, fin «quasi a sostituire Gesù», come scrive padre Làzaro Iriarte, che non è minimamente un sentimentale, ma uno studioso che pesa meticolosamente le sue espressioni, spiegando dopo che è «un sostituire» a favore di un «arrivare» più sicuro e facile a Gesù. È la stessa logica del Montfort nel suo Trattato della vera devozione: «Gesù è venuto a noi tramite Maria, e vuole che andiamo a Lui dalla stessa strada ».
Dopo aver visto nella sua vita il ruolo concreto di Maria, vediamolo ora nella dimensione mistica, soprannaturale, piena di insegnamenti celesti e dottrinali.
In questo libretto, non possiamo pretendere di sviluppare studi e analisi per tirarne conclusioni teologiche, ma vogliamo spingere a ciò, perché siamo sicuri che, nel suo Diario, vero «tesoro nascosto», si trova un materiale dottrinale sicuro, e può darsi unico, che sarà molto necessario per aiutare a chiarire questi traguardi così importanti nella storia della Salvezza:
- Maria Mediatrice di tutte le grazie e Corredentrice.
- La necessità della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Sperando che i seguenti passi del Diario, scelti con occhio veloce, possano servire a destare una santa curiosità e voglia di cercarne altri più sostanziosi in materia:
* Il 1° novembre 1702, Veronica riceveva addirittura un velo miracoloso, che si conserva ancora nel monastero di Città di Castello, mentre era invitata ad aggiungere al suo nome di religiosa: Veronica di Gesù e di Maria, di Gesù Crocifisso, e di Maria compaziente... La vittima doveva provare le sofferenze del Redentore, i tormenti della Corredentrice.
* Maria le dettava le parole da scrivere... Le dava la Comunione tutti i giorni nella prigione, finché durò la prova imposta dal S. Ufficio... La comunicava nei giorni in cui la comunità non faceva la Comunione... Per mezzo di Maria, ella guariva le suore ammalate... Per ispirazione di Maria, il giorno della Presentazione del 1708, solennemente si consacrò alla Madonna... Il 28 ottobre 1711, presenti san Francesco e santa Chiara, la Madonna le donò un anello con sopra impresso il Nome di Maria e la chiamò figlia sua, carissima tra tutte le figlie. Poi le pose due calici: Uno con il Sangue di Gesù, l'altro pieno delle lacrime di Maria, calici che la Santa offrì all'Eterno Padre ottenendone ogni sorta di grazie. Maria la fece partecipe dei dolori provati ai piedi della Croce e delle spade che le avevano trapassato il Cuore... (cfr. La Passione rinnovata, pp. 126-127).
* «...Questo amore infinito mi pareva che rapisse il mio cuore al Cuore di Maria SS.ma, fonte e mare ove sta rinserrato un incendio di vero amore, e che l'anima stesse nuotando nell'amore divino, per mezzo del Cuore di Maria SS.ma... che facevami capire, per via di comunicazione, che Ella m'infondeva un non so che di quello che Ella partecipava, quando aveva il Verbo Divino nelle sue viscere. Oh! Carità grande di Maria!» (25-5-1717: Diario, III, 922-924).
* «... L'anima ha penetrato e provato che anche Maria Ssa.ma ha fatto lo stesso. La pietà di Lei è tutta uniforme alla Misericordia di Dio; ambedue sono tutte a pro dell'anima mia; e l'anima è tutta ferma e fiduciosa in Dio e in Maria SS.ma.
«Qui, vi è stato l'unione dei tre cuori in uno solo, e l'unione di tre volere in un volere solo, nel volere di Dio...» (12-10-1719: Diario IV, 112s.)
* «Figlia, la notte fosti ai miei piedi, ed io adornai l'anima dell'anima mia colle mie virtù, donai ad essa i miei meriti acciò ella con essi meriti si offerisse a Dio. In quel mentre vi fu il rapimento, e avesti la grazia di unirti col cuore dell'anima mia. Uno e l'altro unirono te a Dio, in Dio. Trovandoti avanti a Dio, conoscendo la tua meschinità e da niente nel niente stesso, Dio comunicò il suo amore in te per mezzo del mio cuore e dell'anima mia...» (28-10-1725: Diario IV, 796s.)
* «Figlia mia, voglio che tu scriva le grazie che Dio ed io ti facemmo per la festa della mia Purificazione... Ricordati che la santa obbedienza ti mandò ai miei piedi; ed io ti diedi un caro abbraccio. In quel punto avesti nel cuore per via di comunicazione un saggio di amore, il quale comunicò nell'anima dell'anima mia il sentimento di purità angelica, e questo fu per mezzo della stessa mia purità. Il mio cuore e l'anima mia fecero sentire penetrantemente nel cuore del mio cuore il valore della mia purità. Figlia, fa conto di questa grazia, la quale è tanto gradita a Dio. L'anima semplice e pura è sempre mirata da Dio, graziata colle sue divine grazie e doni. Figlia, il divino sguardo di Dio santifica, vivifica le anime innocenti e pure» (febbraio 1726: Diario IV, 829834).
* «... E partecipando le pene medesime, il cuore del mio cuore si univa al cuore mio, e più volte in detto giorno si rinnovarono i miei dolori in detto cuore, e questi davano il dolore, ma con penetrante modo di amore imparavi a patire. La vita penante del mio Figlio e la mia, servivano a te per imparare a vivere... ed io stavo presso di te, ti ammaestravo e ponevo te nell'esercizio più perfetto» (05-4-1726: Diario IV, 840s.).
* «A questa confermazione la stessa anima mia per te cooperò con un atto di ringraziamento a Dio, e Dio operatore in quel mentre ti diede l'invito, e confermò quest'anima eletta fra gli eletti. Si fece festa in paradiso di questa conferma fatta, e tu restasti legata colla volontà di Dio. Cominciò in te l'anticipato paradiso...» (253-1727: Diario IV, 909s.).
* «... Tre volte hai lagrimato lacrime di sangue... Il demonio ha fatto quanto ha potuto per levarti dalla Divina Volontà e per farti cascare in peccati e colpe, ma io ti difendevo e facevo precipitare esso nell'inferno, e davo forza a te di superare tutto l'inferno. Esso moveva, e trovava modo di farti inquietare per mezzo delle creature; ed io davo modo a te come potevi fare per esercitare virtù e pace...» (25-12-1725: Diario IV, 815).
* «... In quel punto, vi è stato un nuovo dolore dei dolori di Maria, come appunto mi succede la notte... Vi è stata la rinnovazione della Crocifissione e, nel fine, si sono rinnovati i dolori di Maria... Maria SS.ma mi accennava verso il sigillo e comprendevo che ogni bene sta ivi ove sta esso, cioè che nel Cuore di Maria è il fonte d'ogni grazia...» (Diario III, 584s.).
* «... ti feci vedere distinto il tuo Serafico Padre (san Francesco), e tu lo pregasti che t'impetrasse qualche grazia, e gli raccomandasti la tua Religione, le anime del purgatorio, i peccatori e molte altre cose. Esso allora, rivolto a me, ti disse: Corri, corri ivi, ove è il fonte di grazie, ti fece cenno verso il mio cuore...» (Diario IV, 315).
* «... mi faceva cenno verso il suo Cuore passato da sette spade, e dicevami: Questo è il fonte delle grazie» (Diario III, 1232).
* «... in un tratto, mi è parso che quello specchio sia divenuto, nuovamente, come un sigillo dove è scritto: Fonte di grazie; e ho veduto scolpite nel Cuore di Maria sette spade» (Diario 111, 442).
* «... tutto potete, se volete, perché in voi e da voi escano le grazie, siete fonte di grazie, avete in mano tutte le grazie, e ci pare vedere, nel vostro cuore, i vostri dolori che, come sigillo, tutti dicono: Fonte di grazie. Dunque, il vostro cuore è fonte di tutte le grazie, e noi siamo tutte umiliate e prostrate davanti di esso...» (Diario V, 836).
Chi ha orecchi da intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese! (Ap 2, 7.11.29; 3, 6.13.22) e che nel mondo intero risuoni questa bellissima giaculatoria: «Sacro Cuore di Gesù, fa che io ti ami sempre più. Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza dell'anima mia!».
SANTA VERONICA PREGA PER NOI E CON NOI!
INTRODUZIONE
Questa Terza Parte vuol essere un invito a diventare devoti, amici e propagatori del culto e del messaggio di questa «gigante di santità», che collaborano, con le loro preghiere e sforzi, a portare a termine la missione della Santa per dissipare tante tenebre con lo splendore della luce che emana dei suoi scritti e dalla sua vita, e ricorrendo con la preghiera alla forza della sua intercessione.
Perciò, in questa ultima parte, invitiamo i lettori, impressionati, speriamo, dalla vita e dalla dottrina della Santa, a non rimanere "spettatori", anche se meravigliati, ma a diventare "collaboratori", ricorrendo alla preghiera per "incarnare" in sé il seme sparso nei loro cuori tramite la lettura di questo libretto, e a diffonderlo per gli altri.
Le preghiere che presentiamo e che sono approvate dall'autorità della Chiesa, sono formate, specialmente la Coroncina e le Litanie, dalle stesse parole rivolte dalla Santa al suo Sposo, o viceversa, da nominativi dati in rapimenti dal cielo alla Santa. Mentre la Novena cerca di trasformare in preghiera alcuni aspetti del suo insegnamento per far vincere la verità sulle tenebre e sulla confusione che regnano oggi, concludendo tutto con una supplica per l'elevazione della Santa al Titolo di "Dottore della Chiesa".
«Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto» (Lc 11, 9). Perciò, invitiamo i devoti e amici della Santa a prendere come impegno:
- La preghiera quotidiana della Coroncina, che ripete le parole rivolte nel Diario della Santa al Suo Signore, e mette in rilievo, dopo, il ruolo del Cuore Immacolato di Maria SS.ma.
- La recita settimanale delle Litanie, possibilmente nel giorno di mercoledì.
- La recita, tre volte durante l'anno, della Novena, specialmente in occasione delle feste più significative della Santa (9 luglio, 28 ottobre, 5 aprile...).
E li invitiamo ancora a riscoprire l'importanza delle processioni parrocchiali e diocesane, non come devozionalismo superficiale ed emotivo, ma organizzate e vissute profondamente, come insegna la Santa, quali atti penitenziali che possono placare la giustizia divina offesa e attirare sul mondo le grazie, e come forma naturale di manifestazione esterna della fede e dell'amore a Dio, alla Vergine e ai santi.
Con ciò si auspica di formare una comunione spirituale tra «Amici di santa Veronica», che crei una forza di preghiera per chiedere soprattutto le tre seguenti grazie:
1- Proclamazione dei dogmi mariani di «Corredentrice» e di «Mediatrice».
2- Elevazione di santa Veronica al Titolo di «Dottore della Chiesa Universale».
3 - Formazione di un manto di amore e di appoggio al Santo Padre, al proprio vescovo e al Clero di Città di Castello e di Mercatello, cari alla Santa.
Diventati così veri devoti e amici di questa Santa, che ci proietta continuamente a Cristo crocifisso ed eucaristico, potremmo aggiungere allora la nostra umile voce a quella dei tanti che si sono pronunciati a favore della Santa e della divulgazione del suo culto, rendendo - speriamo - anche l'omaggio di visitarla qualche volta a Città di Castello, e magari anche nella sua città natia di Mercatello, baciando la terra che ha visto le sue "eroicità", e baciando gli strumenti di penitenza che sono stati sicuramente causa di conversione di tante anime e può darsi anche delle nostre, mostrandoci così grati a colei che ha meritato di sentirsi nominare «generatrice di predestinati in Paradiso».
NOVENA A SANTA VERONICA
Gloriosa santa Veronica, che sei stata ripetutamente confermata dall'Alto «figlia del Padre, sposa del Figlio e discepola dello Spirito Santo»; tu che ti sei così tanto sacrificata affinché il mondo possa dare la giusta gloria, lode e gratitudine alla Santissima Trinità, impetra, te ne supplichiamo, all'umanità di oggi, così ingrata e dimentica di Dio, un sincero pentimento, e strappa con i tuoi meriti il più gran numero possibile di anime dalla via della perdizione, perché, credendo all'infinita Misericordia di Dio, possano gustare, cantare e lodare la Sua Bontà adesso e per tutta l'Eternità. Amen. (Un momento di silenzio... Un Pater, Ave Maria e Gloria)
Protettrice nostra, la cui vita e scritti Cristo volle che fossero conosciuti nel mondo per la conferma della fede, guarda benigna alla Santa Chiesa e allontana da essa il cancro delle false ideologie ed errate correnti teologiche, riportandola all'obbedienza e rispetto al Santo Padre e al Catechismo ufficiale, supplicando il tuo Sposo e Signore di avere misericordia di essa, dando lume a tanti pastori e fedeli, contagiati dal permissivismo e dal relativismo, di ravvedersi e confortare il Sacro Cuore di Gesù con la loro umile sottomissione e pacifica unione. (Un momento di silenzio... Un Pater, Ave Maria e Gloria)
Figlia della Santa Obbedienza, che pregavi sempre per i bisogni del Santo Padre, chiamandolo «Cristo in terra», difendi e proteggi, illumina e fortifica, te ne supplichiamo, il Santo Padre e tutti i Vescovi e Sacerdoti uniti a lui, affinché possa, confortato e aiutato dalla loro preghiera e unione, guidare la barca di Pietro affidatagli, e portarla indenne al porto sicuro del Sacro Cuore di Gesù, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria Santissima, rifugio dei peccatori e aiuto dei Cristiani. (Un momento di silenzio... Un Pater, Ave Maria e Gloria)
Intrepida e generosissima, amante della perfezione, suscita, te ne preghiamo, con il grande tesoro dei tuoi meriti, santi e sante vocazioni religiose, come anche ferventi laici che custodiscano una profonda vita di preghiera, sacrificio, abnegazione, rifiuto dei piaceri mondani, fedeli alle promesse battesimali e che sappiano nutrirsi devotamente e piamente alla Mensa del Corpo di Cristo e della Sua Parola, amanti della purezza, umiltà, castità, concordia, veri figli, discepoli e apostoli di Maria, consacrati totalmente a Lei, come lo fosti mirabilmente. (Un momento di silenzio... Un Pater, Ave Maria e Gloria)
Figlia e discepola di Maria, che hai capito profondamente il Suo ruolo integrante di Madre e di Maestra nel cammino dell'anima verso il ritorno e l'unione con il suo Dio, intercedi presso il tuo Sposo Divino, perché apra gli occhi del mondo alla verità intera su Maria, affinché si attui la Consacrazione del mondo, di ogni comunità e di ogni singola persona al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, Nuova Arca dell'Alleanza, e perché sia proclamato il dogma decisivo della sua vera funzione di Mediatrice e di Corredentrice. (Un momento di silenzio... Un Pater, Ave Maria e Gloria)
PREGHIERA PER LA PROCLAMAZIONE DI SANTA VERONICA DOTTORE DELLA CHIESA
Santissimo Signore, giusto Giudice, guardate, Ve ne preghiamo, a questo tesoro nascosto che Voi stesso avete voluto che la vostra prediletta sposa santa Veronica scrivesse per il trionfo dell'amore e la conferma della fede, e ispirate ai responsabili ecclesiastici di dare il giusto merito a questa «eletta tra gli eletti», elevandola all'onore di Dottore della Chiesa Universale, perché possa questa brillante luce splendere su di noi e aiutare a far dissipare le tenebre che avvolgono la Chiesa e il mondo, per intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, Tua Madre. Amen.
LITANIE A SANTA VERONICA
Kyrie, eleison
Christe, eleison
Kyrie, eleison
Signore Gesù Cristo, ascoltaci
Signore Gesù Cristo, esaudiscici
Padre del cielo che sei Dio, abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo che sei Dio, abbi pietà di noi
Spirito Santo Dio, abbi pietà di noi
Trinità Santa unico Dio, abbi pietà di noi
Maria Santissima Immacolata, intercedi per noi
Maria SS.ma patrona dell'Ordine Francescano, intercedi per noi
Serafico Padre san Francesco, intercedi per noi
Santa Madre Chiara, intercedi per noi
Santa Veronica, intercedi per noi
Immagine autentica di Gesù, intercedi per noi
Insignita delle piaghe di Gesù, intercedi per noi
Figlia prediletta della Madonna, intercedi per noi
Consolatrice del Sacro Cuore di Gesù, intercedi per noi
Meraviglioso sigillo di fedeltà, intercedi per noi
Abisso di umiltà, intercedi per noi
Figlia della Santa Obbedienza, intercedi per noi
Specchio della Divina bellezza, intercedi per noi
Incendio del Divino Amore, intercedi per noi
Ardore di zelo apostolico, intercedi per noi
Arricchita di doni eccelsi, intercedi per noi
Limpidezza della Santa Semplicità, intercedi per noi
Anima eterea arsa di Amore, intercedi per noi
Gioia del cielo e della terra, intercedi per noi
Generatrice di predestinati al cielo, intercedi per noi
Fiaccola ardente nella Chiesa di Dio, intercedi per noi
Martire di penitenza, intercedi per noi
Affidata al Divino Costato, intercedi per noi
Vittima della Divina Giustizia, intercedi per noi
Pane e vino alla mensa della SS.ma Trinità, intercedi per noi
Grido vibrante del coraggio di Cristo, intercedi per noi
Liberatrice delle anime del purgatorio, intercedi per noi
Dominatrice dell'inferno, intercedi per noi
Spada che terrorizza i demoni, intercedi per noi
Profumo delle ferite di Cristo, intercedi per noi
Sposa dello Sposo di sangue, intercedi per noi
Detentrice della scienza dei Santi, intercedi per noi
Gloria delle figlie di santa Chiara, intercedi per noi
Sposa prediletta di Cristo, intercedi per noi
Coronata di gloria, intercedi per noi
Nostra potente protettrice, intercedi per noi
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Kyrie, eleison
Christe, eleison
Kyrie, eleison
- Prega per noi santa Veronica Giuliani
- E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo Signore Gesù Cristo, che hai decorato miracolosamente la santa vergine Veronica con le stimmate della tua passione, abbi compassione di noi e aiutaci a crocifiggere i nostri corpi per raggiungere gli eterni gaudi. Tu che vivi e regni glorioso con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
CORONCINA DI SANTA VERONICA
Si usi la Corona del Santo Rosario
Al posto del « Pater»:
- Eterno Padre, io ti offro il Preziosissimo Sangue e Acqua scaturiti dalla ferita del Sacratissimo Cuore del Tuo Figlio in espiazione dei nostri peccati e per le necessità di tutta la Santa Chiesa.
Al posto dell'«Ave Maria»:
- Aprimi il Tuo Cuore affinché io entri in Te da quella porta e diventi una cosa sola con Te.
Al posto del «Gloria»:
- Dolce Cuore di Maria sii la Nostra Guida alla luce del Volto di Cristo.