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Messe per i defunti e offerte - contro l'accumulo delle intenzioni

Ecco Cosa devi Sapere
Messe per i defunti e offerte - contro l'accumulo delle intenzioni

E' dottrina cattolica che il santo sacrificio della Messa possa essere offerto a beneficio dei vivi e dei defunti. Il valore del sacrificio eucaristico ha un valore oggettivamente infinito poiché è la ripresentazione incruenta dello stesso sacrificio della croce, cui differisce solo per essere privo di spargimento di sangue. Una sola Messa dunque, insegnano i maestri di spirito e i dottori, è capace di liberare tutte le anime che si trovano nel purgatorio in attesa di giungere alla gloria del paradiso dopo aver espiato le loro pene. Se questo non avviene e perché questo sacrificio è limitato nello spazio e nel tempo e il Signore stesso ha provveduto a limitarne i benefici per i suoi imperscrutabili disegni. Vero e' che nel mondo oggi si celebrano ogni giorno moltissime messe e se da una parte bisogna rallegrarsi di questo perché significa la liberazione potenziale di molte anime, dall'altra c'è da guardarsi da una prassi che ha preso molto piede in alcune zone cioè quella di accumulare le intenzioni per le Messe. Sarà capitato forse di sentire il sacerdote celebrante che al momento della preghiera di ricordo dei defunti nomina più di un nome, a volte molti nomi. C'è da fare luce sul tema dell'offerta per le intenzioni delle Messe perché infedeli molto spesso sono confusi se non addirittura ingannati da una certa abitudine che porta ad accettare passivamente molte cose sbagliate. Un sacerdote può ricevere un'offerta per un'invenzione di Messa da una persona. Se accetta l'offerta si impegna a far celebrare una messa in un luogo preciso, in una data precisa, in un orario preciso per quell'intenzione. Se l'intenzione è quella di suffragare una defunto, quella Messa andrà a beneficio di quel defunto. Dal momento in cui accetta l'offerta il sacerdote non può accettare altre intenzioni per quella messa. Potrà accettarle per altre messe ma non per quella messa. Accumulare le intenzioni dei fedeli in un'unica messa pertanto è un abuso. Ci sono tre documenti da consultare a questo proposito: uno è un documento personale di Papa Paolo VI del 1974; il codice di diritto canonico del 1983 (canone 948); e il decreto della congregazione per il clero del 1991. In questi documenti si afferma che il sacerdote è tenuto per giustizia a celebrare una Messa per una sola offerta ricevuta oppure di provvedere a farla celebrare a un altro sacerdote. I fedeli hanno il diritto di essere informati e il dovere di correggere i pastori qual ora commettessero abusi in tal senso. Il decreto della congregazione per il clero riconosce alcune eccezioni che sono state riconosciute dalle singole conferenze episcopali ma pur riconoscendole specifica e ricorda le severe condizioni a cui queste eccezioni possano darsi e raccomanda la trasparenza con i fedeli. Solo se il fedele da' il suo consenso si possono accumulare le intenzioni per le messe. Non si può comunque accumulare intenzioni per una stessa messa più di due volte a settimana essendo appunto casi eccezionali. Il sacerdote inoltre può trattenere dell'offerta ricevuta solo quanto stabilito dalla curia e il resto lo deve devolvere al vescovo. Paolo VI dice in questo documento che la prassi cattolica dell'una messa per un'offerta, garantisce tre cose: la partecipazione del fedele alla celebrazione con la sua intenzione specifica e particolare, l'aiuto al sostentamento del clero e aiuto ai bisogni della chiesa. Per suffragare i defunti c'è il ciclo di messe gregoriane che qualsiasi sacerdote che non abbia intenzioni abituali (un parroco le avrà sempre) può celebrare. Si tratta di un ciclo di trenta messe celebrare per la stessa intenzione; il beneficio che ne trae l'anima in questione è immenso. Infine è bene ricordare che sbaglia chi pensa che l'intenzione venga esaudita infallibilmente se si da' un'offerta al sacerdote. Dio non si corrompe ne' può favorire una persona rispetto a un'altra perche questa può permettersi di dare del denaro. Pensare questo è offrire intenzioni e somme di denaro con questo fine è un peccato grave di commercio del sacrosanto e va confessato.

                                                                                        Padre Gabriele Amorth
 
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